Sindacati politicizzati e conservatori, contro i lavoratori precari e contro l' Europa. Chi scrive credeva nel Sindacato, quello vero con la "S" maiuscola, ovvero l'Organizzazione di tutti i lavoratori per la difesa dei nostri diritti. Ma con l'andare degli anni e degli avvenimenti ho potuto constatare che il mio era solo un sogno: la politica ed il protagonismo dei "capipopolo" sono alla base di ogni loro iniziativa! I sindacati attuali hanno indotto i lavoratori a perdere giornate e giornate di lavoro solo per strumentalizzazione politica e per cercare di rovesciare il Governo eletto democraticamente dal Popolo italiano. Lo sciopero generale del 16 aprile 2002 è stato senza significato, contro i lavoratori precari ed i disoccupati, utile soltanto a Cofferati per tentare di divenire il nuovo leader del centro-sinistra.! E vi spiego il perchè.
Le modifiche dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori proposte dal Governo non riguardavano le grandi imprese e nemmeno le piccole, soltanto quelle che sono alla soglia dei 15 dipendenti e che non se la sentono di assumere nuovi dipendenti per non rientrare nelle tutele dell'art.18. Provate per un attimo a mettervi nei panni del titolare di una piccola impresa, assumereste il sedicesimo? La risposta ovvia è no e si calcola che sono circa centomila, ovvero circa duecentomila nuove assunzioni. Che non saranno tutelate fino in fondo ma, come chiedeva il ministro Tremonti, è meglio non lavorare o lavorare con il rischio di essere anche licenziati? I sindacati hanno chiamato alla lotta i supertutelati lavoratori italiani (l'art. 18 esiste solo in Italia) con la falsa parola d'ordine"ci vogliono licenziare tutti", ben troverà nella non invidiabile posizione di dovere fare accettare alla sua variopinta coalizione di tornare a discutere di questo tema. Infatti l'economista Vincenzo Guzzo ritiene che la riforma dell'articolo 18 si renderà assolutamente necessaria!
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