"Chi mi ha accoltellato ha, mi pare, 26 nomi e cognomi e, mi pare, un unico mandante." Così si è espresso Ignazio Marino, sindaco dimissionario pentito di Roma, all'indomani del voltafaccia del suo partito.
Della serie c'eravamo tanto amati, solo qualche mese fa guai a chi toccava Il sindaco di Roma da parte del presidente del Consiglio Renzi e del Partito Democratico! A parte che Marino si è pugnalato da solo tante volte, ma dalle parti del Pd la coerenza è un opzional assolutamente inutile. Pure lui, Ignazio Cesare, ce ne ha messo del suo: prima celebra con grande cerimonia i finti matrimoni omosessuali, poi fa di tutto per incontrare il Papa ed infine cita il Che davanti alla folla plaudente di sostenitori. Ma anche a sinistra, forse, qualcuno coerente e con un minimo di dignità esiste. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, lunedì 2 novembre in tv sentenzia: "anche a me è capitato di dimettermi, dopo attenta meditazione, ma mai sarei tornato sulla mia decisione". Come dire o si è uomini o quaraquaquà. E Roma ha urgente bisogno di Uomini.
Non so se l'intervento di Papa Francesco sia stato decisivo, ma ha comunque avuto parte importante in questa meschina vicenda della Capitale. Ha pesato come un macigno il "io NON HO invitato il sindaco Marino, chiaro?", espresso con forza sull'aereo di ritorno da Philadelphia. E' davvero raro un simile atteggiamento da parte di un pontefice, ma bene ha fatto.