Il vero racconto politico - L'Italia che vuole cambiare

Avviata già la stagione delle riforme, che ha riguardato il mercato del lavoro le pensioni la giustizia e la riduzione delle tasse, il 9 gennaio 2005 entra in vigore la legge contro il fumo. Assieme alle nuove regole sul codice della strada e sulla fecondazione assistita elimina il "far west" esistente ed è destinata a rivoluzionare le abitudini e la vita sociale degli italiani. Ma la sinistra contesta tutto e tutti, in primo luogo ovviamente il Primo Ministro che è il bersaglio primo dei conservatori di sinistra. L'odio si traduce in fatti e il 31 dicembre, in Piazza Navona, Berlusconi è colpito con un treppiede, che diviene il simbolo dell'estremismo di sinistra sia nei loro siti web che nelle loro assemblee. Ma il Presidente del Consiglio si dimostra molto più ragionevole e perdona il suo aggressore telefonandogli direttamente a casa dopo una lettera di scuse.

Nel frattempo è andato in atto un primo taglio delle tasse, con la riduzione delle aliquote Irpef, al quale il Governo annuncia ne seguirà un'altro più consistente nel 2006. Il tutto a seguito della riduzione fiscale già avvenuta con l'innalzamento della no-tax area, che nel 2003 e 2004 ha portato 200/300 euro in più nelle tasche dei contribuenti. Naturalmente la sinistra, con l'appoggio dei sindacati, contesta anche questo e manda in onda uno sciopero senza senso.

Il novembre 2005 il Senato approva le riforme costituzionali che saranno veramente il punto di inizio della Seconda Repubblica, la sinistra ovviamente si oppone aspramente e inscena in aula una gazzarra indegna. I punti di forza di questa riforma sono la devoluzione delle competenze dallo Stato alle Regioni (che corregge la incompleta riforma del titolo V attuata dal centro-sinistra), lo snellimento del cammino delle leggi che saranno discusse solo dalla Camera e con la costituzione del Senato Federale, il rafforzamento dei compiti del Primo Ministro (come già propose il centro-sinistra), la riduzione del numero dei parlamentari. La riforma dovrà sottoporsi ad altri due passaggi parlamentari, solo confermativi, e al referendum. Il 14 dicembre viene approvata anche la nuova legge elettorale in senso proporzionale che, se anche non perfetta, consente al popolo di avere rispetto per la propria scelta, evitando ribaltoni e consentendo la governabilità. Cioè in democrazia governa chi prende più voti! Ma la sinistra si sente già vincitrice a dispetto del proverbio...ride bene chi ride ultimo.