In perfetto stile comunista e catto-comunista Prodi, al momento della sua formazione, afferma che "sarà un governo forte e snello", talmente forte che sta ricorrendo continuamente alla fiducia e così snello che ha superato ogni record precedente con ben 102 fra ministri e sottosegretari.
IL RITORNO DEL TRASFORMISMO DA PRIMA REPUBBLICA
A volte ritornano ed il debolissimo governo Prodi, dopo la crisi del febbraio 2007 (appena nove mesi di attività), viene salvato da un trasformista doc che già da tempo aspettava l'occasione per il "salto della quaglia", come un novello giuda che tradisce il mandato degli elettori: Marco Follini. Poi sarà la volta dell'ex presidente Francesco Cossiga.
L'ITALIA S'E'...DESTRA, MA IL REGIME REAGISCE CON "PURGHE STALINIANE"
Dopo la batosta elettorale alle elezioni amministrative del 28-28 maggio 2007, il centro-sinistra non ha potuto come sempre affermare il contrario, visto che anche i giornali a loro vicini hanno confermato la “bruciante sconfitta” e lo “schiaffo al governo”, tuttavia ha cercato di minimizzare ricordando le loro false vittorie. Non è vero che la Casa delle Libertà ha sempre perso le precedenti elezioni perché, a parte la storica difficoltà del centro-destra nei voti locali, erano consultazioni dove il centro-sinistra era già in vantaggio e lo ha soltanto riconfermato. Sarebbe come se in queste elezioni la Cdl, riconfermando i propri sindaci e province, sostenesse di avere vinto solo perché in questo caso numericamente sono di più. Quello che invece è successo è che cinque comuni del Nord sono passati al centro-destra (e perfino due comuni rossi romagnoli), la roccaforte rossa genovese è stata sull’orlo di precipitare e spesso le percentuali della vittoria vanno dal 60 al 70%, e oltre, sia al Nord che al Sud. Ai ballottaggi del 10-11 giugno il centro-sinistra ha cercato poi di rialzare la testa solo perchè è riuscito a tenere la Provincia di Genova, anche se solo con il 51.4% rispetto al 56.3 del 2002. Contenti loro!
Nel frattempo si è consumata una delle pagine più brutte della storia repubblicana: venerdì 1 giugno il governo trasferisce il comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale. La sua colpa è unicamente quella di non avere ceduto al vice-ministro Visco che gli "impartisce l'ordine di avvicendare quattro ufficiali, che indagano, tra l'altro, sulla scalata di Unipol alla BNL". Il Presidente Giorgio Napolitano si chiama fuori dalla disputa perchè sostiene che è compito del Governo, ma essendo lui i capo supremo delle Forze Armate avrebbe tutti i diritti di intervenire. Fatto è che che non era mai accaduta una cosa simile. Inoltre nella sua relazione al Senato il ministro Tommaso Padoa Schioppa accusa Speciale di condotta "inqualificabile" e "gestione personalistica", quindi talmente inaffidabile da promuoverlo alla Corte dei Conti, l'organo di controllo più importante! Incredibile! D'altra parte questo governo, nella sua breve storia, non è nuovo ad epurazioni: il 16 luglio 2006 rimosse il direttore dell'Ansa Pierluigi Magnaschi, reo di avere affiancato Unipol alla notizia dell'azzeramento dei vertici GdF della Lombardia. Il 6 giugno 2007 il Tar del Lazio ha confermato la sospensiva chiesta dal consigliere Rai Angelo Maria Petroni contro la sua revoca da parte del Tesoro. I giudici della sezione terza-ter hanno di fatto confermato la sospensiva delle procedure di esclusione di Petroni dal Cda.